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Il Bergamotto: l'oro verde che sa di Calabria... e di Colonia

Cibo e migrazione: una costante del patrimonio gastronomico italiano e dei viaggi di Altropasso





Questa è la storia di un agrume autoctono.

Quando si usa questa parola, in botanica come in antropologia, si pensa a qualcosa o a qualcuno che sta fisso in qualche luogo di cui è, in un certo senso, sia custode che proprietario. Tuttavia, la maggior parte delle volte, la storia non è così semplice. Per fortuna.


Il Citrus Bergamia, è vero, è un tipo botanico piuttosto selettivo.

Non cresce bene dappertutto, ma, anzi esige un microclima specifico, tropicale a temperatura umida, con estati calde e secche e inverni miti. Il nostro agrume, infatti, è assai freddoloso e non resiste a temperature inferiori ai dieci gradi. Tuttavia, deve anche sciacquarsi spesso e per questo ha bisogno di piogge piuttosto abbondanti, nell'autunno o in primavera.

Da dove sia arrivata la pianta è cosa ignota: forse cinese, forse greca o forse spagnola (Berga è la città spagnola da cui forse prende il nome).

Insomma, non è nelle radici, ma nelle rotte che si fa la sua storia.


Senza dubbio la sua attuale residenza è precisa: ad oggi il 90% della produzione mondiale dell'agrume verde si concentra in 100 km di territorio nell'estrema punta meridionale della Calabria in un'area collinare a ridosso della costa marina.


E' il viaggio, tuttavia, a caratterizzare la storia di questo agrume.

Rifacendosi ai contadini dello stretto di Messina che, dalla buccia di questo frutto ricavavano un olio essenziale, purificante e curativo, tale Procopio dè Coltelli creò una particolare "acqua" di bergamotto che che introdusse alla corte di Luigi XIV di Francia.


Versailles se ne innamorò fin da subito, dal momento che era un efficace palliativo ai cattivi odori dell’epoca.


Contemporaneamente, un mercante novarese, Gian Paolo Femnis, aveva intuito il ruolo dell'agrume nel fissare ed esaltare le fragranze: emigrato in Germania, confezionò nel 1680 un unguento da cui nel 1704 si brevettarono le acque aromatiche che presero il nome della città tedesca: acqua di Colonia. Da allora il bergamotto resta uno dei grandi prodotti basilari per la realizzazione del profumo. Il suo consumo fu tale che, a partire dalla metà del settecento, la costa reggina vide ricoprirsi di bergamotteti.


Nel 1830, la ditta inglese Twining lanciò il suo più famoso tè, l’Earl Grey Tea,aromatizzato al bergamotto, attribuendo ingannevolmente al prodotto origini cinesi. Poco dopo l’agrume calabrese fu impiegato anche per la realizzazione delle Caramelle di Nancy e di liquori francesi e americani. così fecero molte case di liquori inglesi, statunitensi e francesi.


Il bergamotto e la sua coltivazione ha caratterizzato, culturalmente ed economicamente, una precisa e circoscritta zona geografica, la Calabria del Sud. Purtuttavia, la sua è una storia globale già dagli albori.


Nella prossima tappa di Altropasso, cercheremo di approfondire la storia dell'oro verde di Calabria.

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